22. November 2022
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Il 10 novembre scorso il parlamento europeo, ha approvato la direttiva sulla rendicontazione della sostenibilità delle imprese (CSRD), con 525 voti a favore, 60 voti contrari e 28 astensioni, che obbliga le imprese a divulgare regolarmente informazioni sul loro impatto sull’ambiente, sui diritti umani e sugli standard sociali, sulla base di criteri comuni in linea con gli obiettivi dell’UE. Ciò porrebbe fine al greenwashing, rafforzerebbe l'economia sociale di mercato dell'UE e getterebbe le basi per le norme di rendicontazione della sostenibilità a livello globale.
Le imprese saranno soggette a controlli e certificazioni indipendenti per assicurare che i dati forniti siano affidabili. La dichiarazione sulla sostenibilità sarà equiparata a quella finanziaria permettendo agli investitori di disporre di dati comparabili e attendibili. Inoltre, dovrà essere garantito l’accesso digitale alle informazioni sulla sostenibilità.
Il prossimo passo del Corporate Sustainability Reporting Directive sarà l’adozione della proposta di direttiva da parte del Consiglio europeo. Poi si procederà con la pubblicazione del testo sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea.
Come già anticipato, la direttiva sarà applicata tra il 2024 e il 2028: dal gennaio 2024 per le grandi imprese di interesse pubblico (con più di 500 dipendenti) già soggette alla direttiva sulla dichiarazione non finanziaria, con scadenza della pubblicazione dei dati nel 2025. Dodici mesi dopo partirà l’obbligo per le grandi imprese non ancora soggette alla direttiva sulla dichiarazione non finanziaria (con più di 250 dipendenti e/o 40 milioni di euro di fatturato e/o 20 milioni di euro di attività totali), con scadenza nel 2026. Infine dall’1 gennaio del 2026 per le piccole e medie imprese quotate, con scadenza nel 2027. Le pmi possono scegliere di non partecipare fino al 2028.
Ora non ci resta che aspettare la redazione degli standard settoriali e degli standard ad hoc per le PMI.
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